Progetto Hu-Care: attenzione maggiore per la comunicazione tra medico, paziente oncologico e infermi
Medici e infermieri più vicini ai pazienti con il progetto Hu-Care2
(Humanization in Cancer Care)
Fonte: https://www.aiom.it/il-progetto-hucare-2-e-presentato-al-congresso-di-chicago-degli-oncologi-americani/
Aiom (Associazione Italiana di Oncologia
Medica) è stata la prima società scientifica in Europa a creare una scuola di
umanizzazione, un percorso per cambiare il modo di lavorare nei reparti e
formare i medici e gli infermieri perché acquisiscano le competenze e le
capacità per una efficace comunicazione con i pazienti e i familiari.
L’attenzione e l’impegno che l’oncologia italiana riserva al miglioramento del
rapporto medico-paziente sono rappresentati perfettamente in “HuCare-2”, un
progetto scientifico - tutto italiano, appunto - che, per la prima volta, ha
dimostrato e quantificato i benefici dell’umanizzazione delle cure in
oncologia. “HuCare-2 – ha precisatoRodolfo Passalacqua, responsabile
scientifico del progetto e Direttore dell’Oncologia di Cremona - ha coinvolto
772 pazienti di 15 diversi reparti oncologici italiani, migliorando dal 10% al
25% la qualità di vita delle persone colpite da tumore”.
Ansia, depressione, stress sono alcune delle sensazioni che
"invadono" chi riceve una diagnosi di tumore e che viene travolto da
una mole di informazioni che riguardano la sua salute. Come e da chi gli
vengono comunicate queste notizie? Chi si preoccupa delle reazioni emotive e
dell'impatto che avranno sul percorso medico? Sono alcuni degli interrogativi
che gli oncologi si sono posti in questi anni. La risposta si chiama
Aiom-Hucare (Humanization in CAncer
caRE) ed è la prima Scuola di Umanizzazione in Oncologia in Europa che
coinvolge 43 reparti distribuiti su tutto il territorio nazionale con
l'obiettivo di individuare e ridurre del 75% i casi di ansia e depressione. Si
tratta di disturbi che interessano in maniera grave almeno il 35% dei pazienti
oncologici, ma oggi solo un terzo dei casi è diagnosticato e curato. La Scuola ha
sede al Palazzo delle Stelline, a Milano.
Una risposta ai bisogni sociali.È ormai
riconosciuto che un'assistenza oncologica ottimale deve integrare le cure
psicosociali al trattamento abituale contro il tumore, individuando
precocemente e intervenendo sulle conseguenze psicologiche e sui bisogni
sociali. "Le raccomandazioni basate sulle evidenze scientifiche di come
ciò vada fatto esistono da diversi anni, ma la loro applicazione nella pratica
non è automatica", sottolinea
Carmine Pinto, presidente nazionale Aiom. "È quindi
necessario mettere in atto interventi strutturati per sostenere le oncologie
italiane nel processo di implementazione. E la nostra Scuola, con corsi di
dimostrata efficacia, risponde a questa esigenza". Molto spesso i malati
affetti da tumori presentano disturbi d'ansia e depressivi che interferiscono
in maniera significativa con l'adesione alle cure e con la qualità della vita.
Ma solo un terzo dei pazienti con quadri di disagio psichico grave viene
riconosciuto. "È frequente la sottovalutazione dei casi di sofferenza
psicologica che dovrebbero invece essere degni di attenzione clinica",
chiarisce Pinto. "In realtà ansia e depressione vanno rilevate subito,
come avviene per i parametri vitali, al pari di temperatura corporea, frequenza
cardiaca e respiratoria, pressione arteriosa e dolore".
L'importanza della comunicazione.La comunicazione e la
relazione con i pazienti sono state tradizionalmente considerate di minore
importanza e perciò vengono raramente inserite nei corsi di laurea per medici e
infermieri. Ma, invece, proprio il momento in cui il medico deve comunicare la
diagnosi di tumore e poi tutti gli step successivi hanno un ruolo cruciale. "Vogliamo
cambiare il modo di lavorare nei reparti e formare i medici e gli infermieri
perché acquisiscano le competenze e le capacità per una efficace comunicazione
con i pazienti e i familiari", afferma
Rodolfo Passalacqua, responsabile scientifico di HuCare e
direttore dell'Oncologia di Cremona. "L'obiettivo è applicare interventi
psico-sociali uniformi ed efficaci a tutti i malati nelle Oncologie del nostro
Paese, a partire dal modo in cui i pazienti vengono accolti, allo screening per
diagnosticare il livello di sofferenza psichica da indicare nella cartella
clinica, alla presenza di uno psicologo in corsia a cui vengono indirizzati i
malati colpiti da disagio psichico grave".
Dialogo medico-paziente.In quest'ottica, gli
oncologi hanno ampliato la lista delle 'domande-chiave' che vengono assegnate a
tutti i pazienti. Oltre a migliorare il benessere emotivo e la
salute mentale, le cure psicosociali hanno dimostrato di consentire una
migliore gestione dei sintomi correlati alla malattia e degli effetti avversi
del trattamento. "Diversi fattori rendono la comunicazione in oncologia
particolarmente difficile", continua
Stefania Gori, presidente eletto Aiom. "Da un lato, i
pazienti possono avere paura di porre domande percepite come insensate o di
rubare tempo al medico. Dall'altro lato, per l'oncologo può risultare difficile
rilevare alcuni bisogni informativi, in particolare sulla prognosi, e decidere
quali temi affrontare in base all'interlocutore e alle sue esigenze". Ma
se le informazioni non vengono fornite in modo adeguato, al momento giusto e in
un contesto appropriato, le conseguenze psicologiche sul paziente possono
essere pesanti, fino a sintomi ascrivibili al disturbo post traumatico da
stress acuto. "Inoltre, una cattiva comunicazione, non mirata a favorire
la comprensione e il ricordo delle informazioni, può avere un impatto negativo
sulle scelte terapeutiche del paziente".
Scuola di
"umanizzazione".Il
primo Progetto HuCare-1 è partito in Lombardia nel 2008 e si è concluso nel
2011 coinvolgendo 28 centri e introducendo nella pratica sei interventi
psicosociali raccomandati nelle linee guida internazionali. "Grazie a
questa strategia - spiega Passalacqua - è stato possibile modificare
l'assistenza fornita nei 28 centri: oltre il 75% dei pazienti ha ricevuto le
misure previste e il livello di ansia e depressione è diminuito del 75%, passando
dal 35% dei casi a meno del 20%". Ora parte la seconda fase con il
progetto HuCare-2 che dà il via alla Scuola di Umanizzazione e che coinvolge
altri 15 reparti per un totale di 43. La Scuola utilizzerà la HuCare Quality
Improvement Strategy (HQIS) che hanno ideato e sperimentato gli oncologi Aiom e
che prevede sei interventi: la formazione di tutto lo staff clinico per
migliorare le capacità comunicative e relazionali; lo screening dei pazienti
per misurare l'ansia e la depressione; lo screening dei bisogni sociali;
l'assegnazione di un infermiere di riferimento a ogni paziente; l'utilizzo di
una lista di domande per tutti i malati per favorire la comunicazione con il
medico; un percorso strutturato per fornire a malati e care-giver informazioni
in modo corretto.
Tutti a lezione.Grazie ad una erogazione
liberale di MSD Italia, tutto il personale medico e infermieristico parteciperà
gratuitamente alle lezioni, della durata di 3 giorni per i medici e di 2
giornate e mezzo per gli infermieri. L'obiettivo è che la maggior parte delle
oncologie italiane avvii questo percorso di umanizzazione che sarà attestato da
una certificazione psicosociale dei reparti oncologici. Questo garantirà i
pazienti sul fatto che in questi reparti sono forniti non solo gli interventi
sanitari (medici o chirurgici) ma anche tutte le misure di supporto
psicosociale necessarie.