Trattamento con β-Bloccanti e ridotta progressione della malattia nei pazienti con Melanoma di alto
Per i pazienti affetti da melanoma l’uso del Propanololo è associato
ad un minor rischio di recidiva, come si evince dallo studio pubblicato online
in JAMA Oncology, il 28 Settembre 2017.
Vincenzo De Giorgi, Professore Dermatologo dell’Università di Firenze,
e alcuni colleghi, tra i quali il Prof. Pierangelo Geppetti, hanno condotto uno
studio prospettico che ha coinvolto pazienti affetti da melanoma cutaneo,
trattati con Propanololo, un farmaco usualmente prescritto come anti
ipertensivo.
A pazienti con melanomi
istologicamente confermati in stadio IB e IIIA, che non presentassero
metastasi, è stato chiesto di assumere il Propanololo come trattamento
adiuvante, fin dal momento della diagnosi: chi accettava di aderire a questa
proposta veniva inserito nella coorte “Propanololo” (19 pazienti), coloro che invece avevano rifiutato il
trattamento, pur accettando di aderire allo studio entravano, come controlli,
nella coorte “Non Propanololo” (34 pazienti).
I ricercatori hanno rilevato che l’uso del Propanololo già a partire dal momento della diagnosi era
inversamente legato alla recidiva del melanoma (dopo aggiustamento per fattori
prognostici conosciuti), mostrando circa l’80% di riduzione del rischio per chi
usava il farmaco (Hazard ratio 0.18)
“Questi risultati confermano la recente osservazione che i
Betabloccanti proteggono i pazienti con melanoma cutaneo ad alto spessore,
dalle recidive della malattia” scrive l’autore “Adattare per un uso differente
da quello per cui erano stati creati il
vasto arsenale di farmaci approvati per
la cura di malattie non tumorali può fornire una strategia interessante ed
economica per offrire opzioni di trattamento più efficaci ai pazienti
oncologici”.