La IARC e le carni rosse
Morti
attribuibili, per anno, nel mondo, per consumo elevato di carne trasformata:
circa 34.000
Morti
attribuibili, per anno, nel mondo, per tumori da esposizione ad amianto:
107.000
Morti
attribuibili, per anno, nel mondo, per tumori da esposizione a fumo di
sigaretta: 1 milione.
Morti
attribuibili, per anno, nel mondo, per tumori da esposizione consumo di alcool:
600.000
Morti
attribuibili, per anno, nel mondo, per tumori da inquinamento dell’aria:
200.000.
Prima di
scrivere qualsiasi considerazione, la corretta comunicazione dovrebbe porre,
davanti al lettore, una serie di dati su cui egli si potrà basare per tutelare
la propria salute.
In questi
giorni i giornali e i notiziari televisivi e radiofonici ci stanno
terrorizzando con la storia della carne rossa, che è diventata, all’apparenza
da un giorno all’altro, cancerogena come il fumo di sigaretta o l’amianto, o
l’alcool. Sembra che fino ad oggi non ci se ne rendesse conto, che l’Agenzia
Internazionale per la ricerca sul cancro avesse bellamente ignorato il peso
dell’alimentazione sullo sviluppo dei tumori, e solo adesso si siano resi
conto, i ricercatori che vi lavorano, che mangiare carni può essere pericoloso.
In effetti
queste notizie sono note fin dagli anni ’70.
Dato che i
giornalisti si limitano a leggere, in genere, e se va bene, le prime tre righe
dei comunicati stampa della IARC (in questo caso), quando sparano i titoloni
sui giornali o negli annunci delle notizie televisive non si accorgono che la
realtà è molto più variegata e complessa.
Innanzitutto
alcune considerazioni sulla confusione fatta tra carne rossa e carni trattate:
le prime, che conosciamo tutti, cioè tutte le carni ad esclusione del pollame,
sono state poste nella categoria “Gruppo 2°, probabilmente cancerogena per
l’uomo” Ciò significa che una
correlazione positiva è stata osservata tra l'esposizione all’agente (consumo
di carni rosse) e cancro, ma che non possono essere escluse altre spiegazioni
per ciò che è stato rilevato (tecnicamente definite come caso, bias, o confondimenti).
Invece le
carni trattate (salumi, carni conservate sotto sale, affumicate, wurstel, carni
in scatola, sughi a base di carne) sono state classificate come carcinogeni
sicuri. Ma ciò significa che ogni volta che ci mangiamo una fetta di
mortadella, o una salsiccia, che è altra cosa dalle sausages americane su cui si
basa la revisione, rischiamo la vita? Le carni trasformate sono state
classificate nella stessa categoria come causa di cancro, del fumo di tabacco e
dell’amianto (IARC Gruppo 1, cancerogeno per l'uomo), ma questo NON significa
che essi sono tutti ugualmente pericolosi. Le classificazioni IARC descrivono
la forza della prova scientifica che indica che un agente può indurre il
cancro, piuttosto che valutare il livello di rischio.
I numeri delle
morti per le diverse cause che ho posto all’inizio illustrano bene questa
affermazione.
Il mio
timore è che paragonare il consumo di carni conservate e trattate al consumo di
fumo di sigaretta, o a quello di alcool, o all’esposizione all’amianto, renda
meno percepibili i rischi connessi a queste esposizioni, le “ridimensioni”,
rendendole meno pericolose. Questo atteggiamento può produrre più danni per la
salute, rispetto invece a chi legge questi dati e, spaventandosi a morte,
elimini del tutto i cibi di origine animale (perché tanto si sa che è più
facile non distinguere che fermarsi a pensare).
La
comunicazione dei rischi è materia delicata, e in questo frangente i media si
sono comportati come carri armati guidati da un cieco, che colpiscono a caso ma
inducono danni difficilmente rimediabili.
Dopo tutto questo, vi
potreste chiedere che cosa significhino per voi le notizie che parlano della
carne lavorata e della carne rossa. Dovreste rinunciare a entrambe e diventare
completamente vegetariani? Bene, la IARC ha concluso che il consumo di 50
grammi di bacon al giorno aumenterebbe il vostro rischio di cancro al
colon-retto del 18%. Questo suona abbastanza significativo, ma quando si guardano
i numeri reali che stanno dietro l'aumento percentuale, il dato diventa più
chiaro. In media, 64 persone su 100 mila sviluppano il tumore del colon-retto
ogni anno. Mangiare 50 grammi di pancetta ogni giorno farebbe aumentare il
rischio abbastanza da portare questo dato da 64 a 72 persone su 100 mila.
In breve, a meno di non partecipare
regolarmente ad abbuffate di bacon, le notizie di questi giorni non sono
qualcosa di cui preoccuparsi troppo. Il fumo è ancora un fattore di rischio di
cancro di gran lunga maggiore di una fetta di pancetta. Dal consumo di carne
derivano anche benefici per la salute, perciò non è necessario eliminarlo del
tutto, solo moderarlo, come per la gran parte delle cose.
[FONTE:
http://www.compoundchem.com/2015/10/26/carcinogens/]